L’Amministrazione
Statuto
I regolamenti
Tasse e tributi
Concorsi
Delibere
Verbali
Moduli On Line
Profilo della Città
Storia
Arte e Architettura
Cultura
Feste e tradizioni
Le frazioni di Bianchi
Personaggi Illustri

Come Arrivare
Dove Dormire
Dove mangiare
Eventi
Tempo libero


Notizie in tempo reale
ADNKRONOS TOP ADNKRONOS NEWS
Personaggi Illustri
Anche se piccolo, Bianchi ha dato dei personaggi che hanno fatto storia in diversi campi della vita sociale.
Ricordiamo Clemente Moraca, cancelliere comunale dal 1799 al 1853. Scrisse in italiano: “Una tragedia sacra o la Passione di Cristo”. Scrisse in vernacolo parecchie satire e poesie occasionali, la più importante “ Lu culèra” composto nell’anno 1834, quando il morbo asiatico infestò le nostre province.
Don Ferdinando Bianchi, nacque a Bianchi il 3 marzo 1797 da Costantino Bianchi. Studiò nel seminario di Nicastro e fu ordinato a 24 anni. Prete a Bianchi fino al 1848 anno in cui, sotto il comando di Francesco Stocco, seguì gli insorti. Prese parte nel 1848 alla battaglia dell’Angitola, dove si distinse per il suo eroico coraggio. Ma i moti fallirono e fu arrestato nel 1851 e condannato all’ergastolo. Nel 1859 assieme ad altri detenuti politici riuscì a scappare dalla nave che avrebbe dovuto portarli in America, sbarcò in Irlanda e l’anno seguente prese parte alla spedizione dei Mille di Garibaldi. Dopo la liberazione del Regno delle due Sicilie, fu nominato Direttore del Demanio. Morì assassinato, in circostanze poco chiare a Napoli nel 1866.
Da annoverare nella storia di Bianchi l’illustre poeta Aldo Accattatis, nato a Palinudo nel 1913, vissuto a Roma dove è morto nel 1983. “Immagini brevi” è la sua prima opera di poesia pubblicata nel 1947; seguono “Amicizia ai giorni”, “Stagione silvana”, “Due momenti”, “Testa e croce”, premio Cianciano 1956. Nel 1956 e nel 1959 gli è stato conferito il premio alla cultura dalla Presidenza del Consiglio. Ha collaborato a diverse riviste e giornali: Risveglio, il Popolo di Roma, il Giornale della Sera, il Corriere di Roma, la Fiera Letteraria, la Carovana, il Tempo, il Messaggero, il Paese.

Luigi Elvio Accattatis
Don Ferdinando Bianchi
Pietro Bianco,
tra realtà e leggenda


Un altro illustre nostro Concittadino, fu il prof. Luigi Accattatis, nato a Cosenza il 2 novembre 1838, morto l’8 giugno 1916 nella sua casa di Censo, ove aveva trascorso gli ultimi 25 anni della sua vita. Studiò a Cosenza e compì gli studi al Ginnasio di Scigliano. A vent’anni venne nominato socio dell’Accedemmia Cosentina. Nel 1860 fece parte del comitato insurrezionale di Bianchi e partecipò come volontario con i Garibaldini a Soveria Mannelli. Nel 1879 assunse la direzione del Ginnasio di Scigliano, dando un soffio di vita nuova all’austera disciplina, amministrando lasciando notevoli risparmi. Impiantò una tipografia e fondò “L’eco del Savuto”, dove collaborarono i più eletti ingegni della provincia. Partito da Scigliano nel 1884, lasciò un vuoto incolmabile nella vita cittadina, e andò a Cosenza dove istituì e diresse un collegio privato. Nel 1886 fu eletto Presidente dell’Accademia Cosentina e in quello stesso anno assunse la direzione del periodico “Il Calabrese”. Notissimo per la pubblicazione delle “Biografie degli uomini illustri Calabresi”, mente agile sorretta da un solido fondo di cultura classica, egli trattava di tutti gli argomenti che interessassero il pubblico. Discussioni filosofiche e religiose, ricerche storiche e archeologiche, note filosofiche e biografiche, spunti polemici, recensioni, da cui balza viva e intera la sua personalità. Ritiratosi da Cosenza a Bianchi, si diede a raccogliere l’abbondante materiale per il Vocabolario Calabrese, e nello stesso tempo fu Sindaco per parecchi lustri. Passò gli ultimi anni completamente ritirato nella sua casa, da cui usciva raramente. Hegeliano, disdegnava il materialismo, aveva parole roventi per la letteratura scollacciata e gallicizzante. Gli studiosi di ogni parte, si rivolgevano a lui per notizie e per consigli. Passava le ore accanto al fuoco della sua casa, fumando la pipa e assorto nel passato, attendendo la morte con dignità e con spirito sereno.
Infine, da non dimenticare, il cav. Luigi Elvio Accattatis, scomparso da circa un decennio, amato e molto stimato per le sue elevati doti di mecenate della cultura. Ha scritto “Bianchi”, rimarcando le sue doti di studioso e di ricercatore. E’ stato l’artefice della nascita del Centro Paleografico di Bianchi, donando in comodato gratuito al Comune di Bianchi tutta una documentazione unica e inedita, oltre a pergamene del 500 e del 600, di indubbio valore storico. Lo scorrimento del materiale, esposto in una sala comunale, costituisce sicuramente una fonte geografica, etnografica e municipale. Amante della pittura, ha prodotto diversi quadri, che sistematicamente regalava agli amici. Luigi Elvio Accattatis, diceva: la storia sintetizza i popoli, e l’istruzione è fonte del sapere, unico bene che eleva lo spirito nel detto di Cristo Uomo: ama il tuo prossimo come te stesso.
Seguendo il percorso che dalla contrada Fiego conduce al vecchio casale appartenente alla famiglia Muracai ci si può inerpicare fino alla cima del versante per raggiungere la grotta dove secondo la leggenda si rifugiava il bandito Pietro Bianco. A proposito di brigantaggio c’è da dire che anche Bianchi fu interessata dal fenomeno in particolare nella persona di Pietro Bianco attorno al quale nacquero tantissime leggende. I misfatti attribuiti al brigante sono molto numerosi: fu un vero terrore per queste zone anche se certe azioni si possono definire politiche per la contestazione contro il regno dei Savoia.
Contatta il comune
Numeri utitli
Indirizzi utili

I palazzi
Le chiese